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figlio rifiuta padre

Figlio rifiuta l’altro genitore: cosa fare

Figlio rifiuta il padre o la madre

Nelle separazioni, la condizione dei figli è sempre molto delicata. Il coinvolgimento degli stessi nel conflitto tra i coniugi ha percentuali molto alte. Purtroppo tale partecipazione determina sempre più spesso sentimenti di rifiuto del figlio verso l’altro genitore. Statistica alta è la condizione del figlio che rifiuta padre

figlio rifiuta il padre
Figlio rifiuta il padre

Come comportarsi se il figlio rifiuta il genitore

La presenza dei genitori nella vita dei figli ha un impatto significativo nel corretto sviluppo psicofisico. I conflitti come coniugi che hanno determinato la separazione non devono coinvolgere i figli. Il loro coinvolgimento, anche inconsapevole, determina delle profonde sofferenze e fratture con danni nel loro futuro equilibrio psicofisico.

Talvolta, la partecipazione emotiva dei figli è frutto di una incapacità del genitore separato a contenere i suoi sentimenti contro l’altro. La prole viene coinvolta in conflitti di lealtà con l’uno o con l’altro manifestando immotivata rabbia o odio verso l’altro.

In assenza di colpe imputabili all’altro genitore, il malessere del figlio che rifiuta il padre (o l’altro genitore) va assolutamente indagato. Il genitore “accettato” dal figlio non può ritenere tale condotta “normale” oppure assumere un atteggiamento di accettazione.

Molti genitori mi contattano affermando di non voler “costringere” il figlio ad avere un rapporto con l’altro genitore, oppure di non avere atteggiamenti ostativi tuttavia il figlio odia l’altro. Spesso accade che si imputi la responsabilità solo all’altro genitore.

Se il figlio rifiuta il padre non può essere materialmente costretto, tuttavia la CEDU ha condannato più volte l’Italia poichè non predispone strumenti per ripristinare concretamente i rapporti interrotti tra i figli e i genitori.

Orbene chiariamo che, in assenza di un genitore violento ed abusante o dichiarato incapace, il rifiuto di un figlio, l’odio ingiustificato è responsabilità di entrambi.

Ritenere come normale o giustificabile che il figlio non voglia avere rapporti con l’altro è espressione di una ciecità rispetto al malessere della prole.

Assecondare il figlio che rifiuta ritenendola la soluzione migliore è un atto grave contro il figlio stesso. Vi Faccio un esempio: se vostro figlio odiasse la maestra o i professori e non volesse andare a scuola, lo assecondereste? Ogni volta che lo chiedo a miei clienti mi rispondono di no! Nei casi più gravi mi rispondono che frequentare la scuola è più importante di frequentare il padre o l’altro genitore. In queste affermazioni, emerge pienamente l’incapacità di accesso alla bigenitorialità.

In primo luogo, è opportuno intraprendere dei percorsi di mediazione e di sostegno alla genitorialità. Se uno dei genitori non collabora, è necessario fare ricorso all’autorità giudiziaria per verificare l’idoneità attraverso la richiesta di una consulenza tecnica psicologica.

Se è vero che l’alienazione genitoriale non è considerata una malattia, la condizione di un minore manipolato da un genitore ed indotto a rifiutare l’altro è condizione molto ricorrente.

Nel libro “La Battaglia dei papà” ho raccontato molti casi in cui le vittime restano sempre i minori

Se sei in una situazione simile e desideri una consulenza, è necessario prenotare al numero 0815405612 oppure scrivere all’email avvocatodicaprio@gmail.com