Assegno di mantenimento coniuge senza reddito
Nelle separazioni e divorzi, spesso è riconosciuto un assegno di mantenimento alla moglie o al coniuge privo di reddito.
Moglie o marito sono uguali davanti alla legge. Tuttavia, nelle separazioni e divorzi, sembra che il coniuge più tutelato sia sempre la donna.
In realtà negli ultimi tempi le cose sono cambiate. Tra il 2017 e il 2018 la Cassazione ha pronunciato due importanti sentenze che hanno cambiato le regole sull’ assegno divorzile.
Oggi non è più così semplice riuscire ad ottenere un assegno di mantenimento.
Cosa dice la legge
L’art. 156 del codice civile stabilisce che “il giudice, pronunziando sulla separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario per il suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri.
L’assegno di mantenimento in favore del coniuge è riconosciuto al coniuge sprovvisto di reddito proprio a seguito della separazione. L’attribuzione dell’assegno avviene su domanda di parte, non potendo essere stabilito di ufficio dal Giudice.
Quali sono le condizioni per richiedere assegno di mantenimento per il coniuge
In passato, era sufficiente una disparità di reddito ottenere il riconoscimento di un assegno di mantenimento. Tuttavia la Corte di Cassazione ha rimodulato tale diritto prevedendo requisiti più severi.
La Corte Suprema afferma infatti che il coniuge che richiede l’assegno di mantenimento deve dimostrare di non essere in grado di lavorare. Con l’ordinanza n. 5932/2021 la Corte ha negato l’assegno di mantenimento a una donna con laurea in farmacia, la quale avrebbe ben potuto trovare un impiego come banconista.
Quindi, ad oggi, prima di riconoscere l’assegno di mantenimento, è necessario procedere alla valutazione della meritevolezza della richiesta.
ENTITÀ DELL’ASSEGNO
Nella separazione, l’assegno di mantenimento alla moglie o al coniuge debole ha una funzione più ampia rispetto al divorzio, poichè sussiste ancora il vincolo coniugale. Il contributo economico tende a garantire al coniuge più debole economicamente di conservare lo stile di vita tenuto nel corso del matrimonio.
Tuttavia, in merito al tenore di vita, le Sez. Unite con sentenza 18287/2018, in tema di divorzio, ma estendibile per analogia anche al mantenimento, hanno stabilito che il parametro del tenore di vita non può giustificare da solo la corresponsione dell’assegno.
Il giudice valuterà altri elementi, come ad esempio la durata del matrimonio, le potenzialità reddituali e l’età del coniuge.
Nella quantificazione dell’assegno il giudice considererà anche l’eventuale assegnazione della casa coniugale al coniuge beneficiario del mantenimento.
Come già illustrato in altro articolo, la assegnazione della casa coniugale rappresenta un valore economico che rientra tra le voci del mantenimento
Quando il coniuge più debole non ha diritto al mantenimento
Da quanto esposto, emerge che anche un coniuge senza reddito potrebbe non vedersi riconosciuto il diritto all’assegno:
- è ancora giovane e può comunque trovare un posto;
- il matrimonio è stato troppo breve per tarpare le ali alla sua carriera;
- non ha dato prova che l’assenza di reddito e di occupazione è dovuta a circostanze esterne come la salute o l’impossibilità di trovare un posto.
In una recente pronuncia del Tribunale è stato possibile revocare assegno grazie alle prove fornite dall’investigatore
Differenza tra assegno di mantenimento e assegno divorzile
Invitiamo a leggere l’articolo relativo a questa differenza
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