Maria Francesca è una bambina di 8 anni. E non incontra più il suo papà liberamente da mesi e mesi. Questa è una storia vera, triste e vera, di un caso seguito dal nostro studio
Tutto inizia quando i suoi genitori iniziano a litigare. Litigano su tutto, sulla spese, sulle vacanze, sulle scelte per la figlia, sulle visite ai nonni. Tutto diventa motivo di litigio. E Maria Francesca assiste, li vede litigare. Spesso la mamma caccia via di casa il papà, e lei piange disperata: “Papà, non andare…mamma, basta!” Poi un giorno, papà confessa alla mamma che non la ama più, che vuole separarsi. Le chiede di andare insieme dagli avvocati, di trovare una soluzione tranquilla per la loro figlia. La mamma non è d’accordo. Se lui non la ama più, allora deve essere punito. Se non la ama più, non può essere un buon padre. Se amerà un’altra donna, perderà la figlia.
Inizia così il calvario del papà. La mamma inizia a denunciarlo di abbandono, violenze psichiche. Maria Francesca vede poco e male il papà. Quando lui va a prenderla, la mamma fa scene madri, urla, si dispera, finge di stare male, chiama in aiuto i vicini. E la piccola assiste.
Dopo le denunce, interviene il Pubblico Ministero per il Tribunale dei minorenni: questi due genitori potrebbero essere non idonei. Va accertata la idoneità genitoriale. L’accusa è grave. Il papà è spaventato. Prova a parlare con la mamma, ma incontra un muro. Nel frattempo, Maria Francesca inizia ad avere atteggiamenti strani, si allontana. Negli incontri con il padre, sembra una marionetta che ripete frasi ed accuse al padre senza senso. Ripete che non vuole più vederlo, che è un uomo cattivo, che è ha fatto del male a lei, alla mamma, che se l’amasse tornerebbe a casa. La piccola inizia anche ad accusare i nonni paterni, che aveva sempre amato. “Loro sono cattivi come te”. Il papà è addolorato, distrutto. Cosa sta accadendo alla sua bambina.
Inizia un percorso presso i Servizi Sociali. Incontri spesso frustranti, senza senso, con operatori poco empatici, in cui è sempre lui, il papà a dover dimostrare di non essere il mostro che viene disegnato. Lui vuole solo fare il papà. L’esito del percorso è favorevole, ma non basta. La madre continua ad impedire gli incontri. Maria Francesca è cambiata. Non è più innamorata del suo papà. Almeno così dice. Dice che non vuole più vederlo, che il papà le ha fatto del male, che il papà, la sua nuova compagna, i suoi nonni hanno abusato di lei. La piccola è come un automa, programmato per riferire circostanze inesistenti, senza capo e nè coda.
Questa volta è il padre, in preda al dolore ed alla disperazione, a chiedere al Tribunale che si svolga una consulenza tecnica sui genitori e sulla figlia. Cosa sta accadendo a Maria Francesca? Durante gli incontri con la psicologa, i consulenti assisteranno ad un triste spettacolo di una bambina dagli occhi spenti che racconta cose orribili, ripetendo come un copione scritto da altri, di circostanze inverosimili.
L’esito della consulenza conferma la piena capacità genitoriale del papà, ma la piccola è vittima di violenza. non una violenza fisica, ma una più profonda drammatica. Maria Francesca ha ricordi manipolati innestati. Dietro quei racconti inattendibili emerge una bambina sofferente, che implora di poter tornare ad incontrare il papà. Non è stato facile fare emergere la verità. Solo un lavoro attento, instancabile, meticoloso, talvolta fatto anche di silenzi rispetto all’istinto di urlare dalla rabbia, ha consentito di affermare la verità.
Il tribunale dispone l’immediata attivazione di un percorso affinchè la figlia recuperi subito il rapporto d’amore con il padre. Nel frattempo, mentre Maria Francesca aspetta che qualcuno la aiuti, mentre la burocrazia va a rilento, è pronta già la cameretta che la accoglierà quando potrà vivere serena con il suo papà. Sono pronti tutti i regali di compleanno e di Natale che non ha potuto scartocciare.
Nel frattempo, mentre tutto questo calvario finisca, Maria Francesca è una bambina orfana di padre.
Nel frattempo posso solo ringraziare i miei consulenti, il mio avvocato Rosa Di Caprio, che hanno lottato insieme con me per difendere mia figlia, perchè venisse fuori la verità. La strada è ancora lunga, ma un genitore non si arrende
Chiariamo che il nostro studio difende i diritti dei minori alla bigenitorialità, ad un equilibrato rapporto con entrambe le figure genitoriali, nell’ottica dell’equilibrio e della giustizia. Non accettiamo incarichi finalizzati a sopprimere l’uno o l’altro genitore. Il nostro principale obiettivo è la tutela dei minori e dell’infanzia. Per sottoporre il vostro caso è obbligatorio prenotare una consulenza al numero 0815405612 oppure al numero verde 800660817
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