Dopo 7 lunghi anni, Maria, la madre coraggio di due bambine (oggi ragazze) ha ottenuto giustizia per la richiesta di tutela delle sue due figlie. E’ arrivata oggi la sentenza in cui il Tribunale ha disposto l’affido esclusivo delle figlie, l’addebito per colpa al coniuge, un assegno di mantenimento e la sospensione degli incontri con le figlie perchè ritenuto pericoloso.
Il calvario della nostra cliente inizia poco dopo il matrimonio, quando scopre che l’uomo che ha sposato è un narcisista, violente e manipolatore. Maria era una donna giovane ed inesperta. Si innamora di questo uomo, dalla forte personalità, attraente e volitivo. Ma presto questo stesso uomo si trasformerà in un aguzzino. Le impone le sue scelte, il suo volere. La obbliga a sopportare la presenza di terze persone in casa, così come deve sopportare pazientemente le sue assenze, altrimenti sono botte. Maria sopporta, piange e si piega, convinta che forse l’amore è anche questo. Lui la costringe a rapporti violenti ed umilianti, in cui la stessa non prova piacere ma dolore. Arrivano i figli e Maria si consola della gioia di essere madre. Il vuoto ed il dolore vengono colmati e sanati dall’amore per le figlie. Ma lui non cambia. La sua maschera di brava persona, professionista di successo, cala quando è da solo con la famiglia. Lì rileva la sua natura di uomo sadico e violento. Un giorno però, la donna, disposta a sopportare tanto per le sue figlie, nota atteggiamenti strani del marito sulle bambine. Inizia ad essere più attenta, ad osservare. Poi la paura inizia a diventare certezza. Le bambine no! Giù le mani dalle figlie! Questo non può accettarlo. Maria inizia a non lasciarlo mai solo ed ad accumulare prove. Si confida con qualche amica che la sconsiglia, potrebbe perdere le bambine se non la crederanno. Ma lei non vuole arrendersi, non può! Decide di denunciarlo e di separarsi. Inizia così un calvario lungo sette anni, un percorso di processi penali, processi civili, consulenze psichiatriche, sulle bambine, su di lei. A volte teme di non essere creduta. Lui è bravo a presentarsi, ad accusarla di pazzia. Lei è solo una donna sola. In questi lunghi anni, le viene riconosciuto un mantenimento minimo per le figlie e lei lotta per pagare gli avvocati per difenderle da abusi. Cerca di trovare qualche lavoretto, ma non è facile. Gli amici e la famiglia l’aiutano ma lei cerca giustizia non pietà.
Oggi la sentenza, dopo un processo lungo e logorante in cui stava perdendo le speranze: l’affido esclusivo delle figlie, un assegno di mantenimento più adeguato, e la sospensione degli incontri.
L’ho chiamata per darle la notizia. Maria piangeva dalla felicità, non riusciva a parlare tra le lacrime: “Solo lei, avvocato, mi ha aiutata…scusi non riesco a parlare…”dice singhiozzando.
Come Maria, ci sono stanti genitori, mamme e papà, che lottano per difendere i propri figli, per assicurare loro la serenità e protezione.
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