Litigare davanti ai figli può configurare il reato di maltrattamenti in famiglia. In particolare quando gli scontri sono così feroci da rendere i bambini vittime di “violenza assistita”, fisica o morale (Cass. pen. n. 18833/2018) si configura un reato.
Di recente, il Tribunale di Oristano ha ribadito che, nel caso di scontri verbali davanti ai minori, i genitori possono essere condannati al pagamento di una multa (Trib. Oristano, sent. n. 65/2022).
Diversi studi dimostrano che litigare davanti ai figli ripetutamente aumenta il rischio di sviluppare disequilibri mentali con più facilità. Inoltre l’aumento dei litigi, in termini di frequenza e intensità, può generare anche disturbi psicologici, quali depressione, disturbi d’ansia, disturbi della personalità, abuso di alcool e droghe.
La legge punisce questo tipo di atteggiamenti.
Cosa rischiano i genitori che litigano davanti ai figli.
Nel 2018 (Cass. sent. n. 18833/2018) stabilì che la furiosa lite davanti ai figli si configura come un reato di maltrattamento in famiglia, considerando che costringe i bambini a dovere assistere in un clima di paura a un episodio di violenza, anche se sia esclusivamente verbale e non fisica.
Secondo l’interpretazione della Cassazione “Il reato si può configurare anche quando il comportamento maltrattante non si sia tradotto in comportamenti vessatori, fisici o psicologici, rivolti direttamente verso la vittima, ma consista nel fare assistere il minore, quale spettatore passivo, ai comportamenti violenti e offensivi attuati nei confronti di altra persona, in questo caso, verso l’altro genitore.
Le liti continue davanti ai figli, le offese reciproche, le umiliazioni ed i comportamenti vessatori innanzi ai minori legittimano l’irrogazione di una sanzione.
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