Umiliare, offendere e picchiare la moglie può determinare una condanna penale oltre all’obbligo di risarcire il danno.
La Cassazione ha condannato un marito a corrispondere alla coniuge €15.000 di risarcimento danni in favore della moglie umiliata e maltrattata. Nel corso del giudizio era emerso in maniera chiara che la coniuge era vittima da anno di lezioni e maltrattamenti. La stessa si trovava in una situazione di soggezione psicologica, tipica delle vittime di violenza, soggezione che le impediva di interrompere la convivenza. Gli eventi di maltrattamenti ed offese si realizzavano in una dinamica familiare, caratterizzata dalla presenza di un marito percepito come superiore economicamente e culturalmente e in grado di farle perdere i figli.
La Corte ha riconosciuto 15mila euro per anni di offese, umiliazioni e percosse
Purtroppo sono sempre più numerose le donne che non hanno la forza di interrompere una convivenza per il terrorismo psicologico (oltre che fisico) posto in essere da mariti economicamente forti.
La paura (il più delle volte infondata) di perdere i figli, il timore di non poter affrontare economicamente una separazione costringe le donne in una gabbia di violenze ed umiliazioni.
Non sono rari i casi in cui esiste comportamento vessatorio del marito nei confronti della moglie consistente in continue umiliazioni verbali, schiaffi percosse, costrizioni a rapporti sessuali non voluti, lancio di oggetti anche davanti ai figli minori e fino alla privazione della disponibilità delle proprie ricorse economiche e costretta a rimanere in casa, o al contrario, a uscire contro la sua volontà.
Ecco…tutto questo è violenza, umiliazione, maltrattamenti, che oltre a concretizzare un reato, determina il diritto al risarcimento del danno, oltre ad una ipotesi di separazione con addebito.
Cosa fare se ti riconosci in una delle ipotesi?
Se sei vittima di violenza domestica, devi assolutamente farti assistere, ascoltare da un avvocato esperto.
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