Svolgere l’attività di avvocato matrimonialista da anni mi ha consentito di acquisire una esperienza tale da poter affermare, senza alcun ragionevole dubbio, che la prassi oramai così in voga tra le coppie in crisi di registrare e videoregistrare come agisce l’ex o il coniuge da cui ci si sta separando è una condotta spesso dannosa ed inutile. Soprattutto se non ci sono reati, come violenza domestica. In questo ultimo caso, il discorso è diverso e va approfondito.
Nelle numerose consulenze settimanali, mi capita sempre più spesso di incontrare coniugi, conviventi, che hanno centinaia di video ed audio, sapientemente registrati e conservati nei loro smarthphone, ritenendoli delle “prove” regine della condotta deprecabile della controparte.
Perchè in realtà la condotta costante della videoregistrazione della controparte può rappresentare un boomerang verso chi la produce?
Se siete in una fase conflittuale di separazione, sapete certamente di cosa sto parlando. Videoregistrare le reazioni isteriche di un coniuge, la condotta dello stesso all’interno delle mura domestiche, il comportamento verso i figli, è oramai una vera e propria moda. L’avvento degli smarthphone ha reso un pò tutti foto reporter, documentaristi di matrimoni i crisi.
Orbene…diciamo la verità!
Se non siamo in presenza di reati di violenza domestica o altro, le vostre collezioni di videoregistrazioni potrebbero rappresentare la vostra tomba. Se avete cercato di produrre nelle vostre difese processuali, pennette USB, CD rom, ed altri supporti informatici in cui mostrare la giudicante le condotte “disdicevoli” del vostro ex, è molto probabile che il giudice le abbia cestinate o abbia disposto la mediazione dei servizi sociali, oppure abbia nominato un CTU, o si sia limitato a spazientirsi su questa scelta.
La verità è che l’intenzione di chi videoregistra (ricordiamo sempre in assenza di reato) è quella di precostituirsi una prova circa condotte della controparte, la quale viene spesso stuzzicata, provocata, spinta a condotte conflittuali, esposte all’obiettivo della telecamera pronta a tal fine. Agire nella premeditazione di acquisire la prova contro il compagno/a non è giudicato positivamente.
Questo comportamento è ritenuto in primis conflittuale e non certo produttivo di serenità familiare.
Sono oramai numerosi i provvedimenti dei giudici che bacchettano pesantemente le condotte ossessive dei coniugi dirette alla registrazione di litigi con il coniuge, oppure agli scleri nei confronti dei figli. Non solo. Produrre i vostri “telefilm” presso i Servizi sociali o nel corso delle consulenze tecniche psicologiche può rappresentare addirittura un boomerang. Non sono rare le relazioni che esprimo un giudizio negativo proprio nei confronti del coniuge-genitore dedito a questo tipo di attività, bacchettando lo stesso come un soggetto conflittuale nella dinamica di coppia.
Se le vostre registrazioni sono state cestinate, oppure nonostante le abbiate prodotte vi trovate ad avere esiti contrari alle vostre aspettative, sappiate che c’è stato qualcosa di sbagliato nella vostra difesa.
Un avvocato matrimonialista esperto saprà analizzare attentamente la validità probatoria delle audio e videoregistrazioni effettuate nel corso della vostra crisi conflittuale. Potrà evitarvi delle sonore bastonate!
Ci sono ben altri strumenti per fornire un quadro completo al giudice. Ed è sempre opportuno ricordare che nei giudizi di separazione e divorzio, non esistono vinti e vincitori. Riuscire a dimostrare di essere stato il “buon” coniuge non è l’obiettivo del processo.
Vi ricordo che le consulenze presso il nostro studio vanno prenotate. Vi consigliamo di leggere sempre prima tutti i dettagli qui e poi di procedere alla prenotazione al numero 0815405612