In seguito a numerose richieste che ricevo quotidianamente da parte di mariti, papà separati, ho chiesto ad uno dei miei assistiti di scrivere una testimonianza da pubblicare sul sito affinchè possa essere uno spunto di riflessione per molti.
“Caro avvocato, quando mi ha chiesto di scrivere una testimonianza sono rimasto un pò spiazzato. Scrivere significava rivivere in qualche modo ciò che ho passato e che ho sofferto. Ma pensare che avrei potuto aiutare qualcuno mi ha fatto riflettere. Ho preso un pò di tempo ma poi mi sono deciso.
Mi chiamo Domenico ed oggi ho 46 anni e sono un medico. Ho conosciuto mia moglie all’università di medicina. Lei era bella e molto corteggiata. Io molto riservato ed ottimo studente. Non so come sia accaduto il fidanzamento ed il rapido matrimonio. Credo che abbia deciso tutto lei. Io ero completamente incantato dai suoi modi, dalla sua bellezza ed impegnato nel mio lavoro da medico. I primi mesi di matrimonio è stata una favola, poi è iniziato l’incubo. E’ rimasta incinta. Scopro con amarezza che, contrariamente a quanto sempre proclamato, non voleva figli. I figli le avrebbero tolto la bellezza a cui teneva, il tempo per se stessa, il suo ruolo di regina. La gravidanza è stato un periodo di lamentele, accuse, recriminazioni. Non andava bene nulla. Non andavo bene io. La nascita del nostro primo figlio doveva essere un momento di gioia, ma fu per lei un lutto. Mi accollai tutto il peso di nostro figlio. Mi svegliavo di notte per dargli il biberon, gli cambiavo il pannolino, lo addormentavo, ho scelto le tate per accudirlo. Dopo il primo mese, lei iniziò a curare solo se stessa, la sua vita sociale, il suo lavoro. Io ed il bambino eravamo un peso. Dopo un anno scoprii che aveva un altro. E nelle notti in cui accudivo mio figlio, lei mi raccontava che era fuori per convegni mentre era con lui. Non avevo il coraggio di separarmi perchè mi ero informato da alcuni amici avvocati e rischiavo di perdere tutto, rischiavo di perdere la cosa più importante la quotidianità con mio figlio. Perchè si sa…i giudici prediligono le mamme come genitori affidatari. Ho sopportato tutto per amore di mio figlio: umiliazioni, offese e ruberie. Non riuscivo ad immaginare una vita in cui un giudice potesse decidere che mia moglie era il genitore preferibile per mio figlio ed io dovevo allontanarmi per sempre dalla casa che avevo costruito con tanto sudore ed in cui vivevo con mio figlio ogni momento possibile. Un giorno provai a parlare con lei per capire se era possibile una separazione in cui lei avesse continuato a vivere la sua vita e ci avesse lasciato in pace allontanandosi di casa. Ma lei rifiutò! Non poteva accettare l’onta di subire una decisione di essere lasciata. Iniziò a capire che non la amavo più, che forse davvero il nostro matrimonio era finito. Fu in questo momento che iniziò ad essere cattiva, spietata. Talvolta fingeva anche di essere una madre attenta, premurosa, desiderosa di trascorrere delle ore con il figlio che oramai aveva 4 anni. Ma le riusciva per poco tempo.
Sapevo che prima o poi sarebbe scoppiata la bolla e sarebbe iniziata la separazione. Lei avrebbe rivendicato di tutto, casa, figlio denaro solo per farmi male, per affermare il suo Ego. Avevo necessità di confrontarmi con un avvocato matrimonialista esperto. Mi recai prima da un noto legale, molto famoso. L’esito del colloquio fu per me deprimente, avvilente. Non sentii alcuna empatia con me. Una settimana dopo una mia collega in ospedale mi parlò del suo legale, l’avv. Rosa Di Caprio. Mi consigliò di avere almeno un colloquio con lei. Chiamai senza avere alcuna speranza. E nel frattempo vedevo mia moglie armarsi.
Nel primo incontro l’avvocato fu molto chiara su tutti gli aspetti, non mi illuse ma mi indicò una strada in salita in cui avrei dovuto credere prima io. Andai via con la consapevolezza che se davvero credevo che il bene per mio figlio era restare con me dovevo lottare e portare pazienza. Dopo pochi mesi, mia moglie iniziò il processo di separazione con richiesta di casa, figlio e mantenimento cospicuo. Tornai dall’avvocato Di Caprio e le conferii il mandato. Sono stati mesi duri, dolorosi. Complice errori di valutazione e di difesa di mia moglie e del suo legale, grazie alla bravura dell’avvocato Di Caprio ed alla sensibilità del giudice, agli esami degli esperti, dopo mesi di lotta, arriva il provvedimento del giudice in cui si disponeva che per il sereno sviluppo di mio figlio la collocazione presso il padre era la soluzione preferibile. Mio figlio ora ha 12 anni. Ha un ottimo rapporto con la madre con cui ho cercato di ricucire rapporti civili, anche su continuo sollecito dell’avv. Di Caprio. Ho una nuova compagna. Ho sempre paura che qualcosa possa cambiare, ma tutto quello che c’era da fare per mio figlio ho cercato di farlo nel migliore dei modi possibili. A coloro che stanno vivendo una situazione simile, posso solo consigliare di avere il coraggio di lottare e di avvalersi di professionisti e consulenti esperti. Il prezzo ne varrà sempre la pena.
Domenico Talassi