Abbandono tetto coniugale: quali conseguenze?
Contrariamente a ciò che si presenta nell’immaginario collettivo, il famoso abbandono del tetto coniugale non è più reato. Vediamo anche se il giudice può obbligare il coniuge a tornare a casa e dopo quanti giorni scatta l’abbandono del tetto coniugale.
Tuttavia la violazione dell’obbligo della convivenza in costanza di matrimonio non è priva di conseguenze.

Cosa accade se vi è abbandono del tetto coniugale da parte del marito o della moglie?
Tale condotta è certamente un illecito (non reato) se non vi sono giustificati motivi che hanno reso la convivenza intollerabile.
Abbandonare la dimora coniugale senza una valida giustificazione rappresenta dunque una violazione degli obblighi scaturenti dal matrimonio. Sebbene non sia un reato, può però rappresentare una condotta rilevante ai fini di una addebito per colpa della separazione.
Cosa si intende per “tetto coniugale?
Questa espressione si riferisce alla abitazione in cui le parti abitano, hanno stabilito la loro dimora prevalente ed ivi si svolge la vita familiare. Non è rilevante la residenza anagrafica ma la dimora di fatto dove si svolge la vita quotidiana.
Quando abbandono tetto coniugale integra reato?
Allontanarsi senza motivo dalla casa coniugale può integrare gli estremi del reato se a questo allontanamento si associa la privazione dei mezzi di sussistenza materiale e morale. In tale ipotesi si concretizza la fattispecie prevista dall’art 570 cp.
Quando è possibile lasciare il tetto coniugale?
Come abbiamo esposto, allontanarsi dal domicilio familiare richiede una valida motivazione, come ad esempio violenza domestica, intollerabilità della convivenza per conflitto, conclamata crisi coniugale.
In tale ipotesi si consiglia, prima di abbandonare il tetto coniugale, di rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto di famiglia affinché vi consigli al meglio su come procedere.
Allontanarsi senza motivo, quindi un ingiustificato abbandono del tetto coniugale, può determinare addebito per colpa fino al reato di mancanza di mezzi di sussistenza ai sensi dall’art 570 cp.
Quando cessa obbligo di convivenza?
Il dovere di coabitazione discende dal vincolo matrimoniale. Il relativo obbligo cessa con la separazione.
All’esito della prima udienza, infatti, il giudice autorizza i coniugi a vivere separatamente ponendo fine all’obbligo della convivenza.
Molti clienti durante la prima consulenza manifestano la necessità di cessare la coabitazione senza attendere le lungaggini processuali. Fornire loro le indicazioni necessarie per ottenere il risultato senza incorrere in illecito è un dovere.
Il giudice può obbligare a tornare a casa dal coniuge?
I giudici non possono obbligare il coniuge a tornare a casa in quanto non hanno poteri coercitivi in tal senso. Il coniuge sarà libero di allontanarsi assumendosi le conseguenze delle proprie condotte., in caso di violazione degli obblighi di convivenza.
Quindi se il marito o la moglie se ne vanno via di casa il giudice potrà imporgli di tornare dalla moglie. L’autorità giudiziaira potrà solo stabilire in materia di assegno di mantenimento, collocazione ed affido minori.
Il giudice non può nemmeno obbligare i coniugi una terapia di coppia.
Secondo la Suprema Corte, solo la legge può imporre trattamenti sanitari, mentre il giudice può solo suggerire l’opportunità di un percorso guidato congiunto e/o individuale. Nessuna sanzione può derivare dalla mancata ottemperanza all’indicazione del tribunale.
Dopo quanti giorni scatta l’abbandono del tetto coniugale.
Da quanto premesso, non esiste un termine trascorso il quale scatta l’abbandono del tetto coniugale. Ciò che rileva è la volontà a non rientrare nella dimora rifiutato di ricostituire la convivenza.
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Io mi sono sposato nelle filippine e mia moglie filippina non vuole venire a vivere con me in Italia.
Il matrimonio non e’ ancora stato trascritto in Italia .
Io vorrei parare la fregatura che ho preso ,
Cosa potrei fare?