Co-genitorialità e collocamento dei minori: la svolta della Cassazione con l’ordinanza n. 1486/2025
👨⚖️Una decisione destinata a cambiare la prassi giudiziaria
Con l’ordinanza n. 1486/2025 del 21 gennaio 2025, la Corte di Cassazione – Prima Sezione Civile ha ribadito un principio fondamentale in tema di affido e collocamento dei figli minori:
❌ Non è lecito applicare automatismi nel collocamento dei minori presso la madre, nemmeno in caso di figli in età prescolare, se non ricorrono specifici motivi di inadeguatezza del padre.
La pronuncia si inserisce in un mutamento culturale e giuridico in atto da anni, che punta a superare vecchi modelli familistici basati su ruoli di genere e ad affermare una vera bigenitorialità: cioè, la partecipazione attiva e paritaria di entrambi i genitori alla vita dei figli anche dopo la separazione o il divorzio.
⚖️ Il principio della bigenitorialità nella legge e nella giurisprudenza
La bigenitorialità è un principio sancito dalla legge italiana con la riforma dell’affido condiviso (legge 54/2006), oggi recepita negli articoli 337-ter e seguenti del codice civile. In particolare:
- Art. 337-ter, comma 1 c.c.: «Il figlio minore ha diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori»;
- La giurisprudenza di merito ha però spesso interpretato il principio in senso riduttivo, limitandosi ad affidare i figli ad entrambi i genitori ma collocandoli stabilmente presso uno solo, spesso la madre.
L’ordinanza 1486/2025 nega legittimità a questo automatismo, sottolineando che ogni decisione sull’affido e sul collocamento deve fondarsi su:
- Un’attenta istruttoria del caso concreto;
- La valutazione della qualità genitoriale di ciascun genitore;
- L’assenza di pregiudizi legati al sesso.
📌 La novità dell’ordinanza 1486/2025
La Cassazione si sofferma su un caso in cui il padre, separato dalla madre, aveva richiesto il collocamento paritario dei figli, contestando la prassi secondo cui, per prassi o consuetudine, i minori in tenera età vengono collocati presso la madre.
La Corte osserva che:
🟡 «Il giudice non può fondare la propria decisione sul solo dato dell’età dei figli, né su presunzioni legate al genere. Ogni valutazione deve fondarsi sulla concreta capacità genitoriale e sulla tutela dell’interesse del minore».
Si tratta di una vera e propria svolta culturale, che potrebbe avere ricadute importanti sulle decisioni dei Tribunali ordinari.
👨👩👧 Perché questa decisione è così importante?
Fino ad oggi, molti padri si sono visti esclusi dalla quotidianità dei figli, pur in presenza di un affido condiviso. In pratica:
- I figli vengono collocati stabilmente presso la madre;
- Al padre vengono riconosciuti tempi limitati, spesso ridotti ai fine settimana alternati;
- Questo schema crea un’asimmetria nella gestione della genitorialità, non sempre giustificata da elementi oggettivi.
L’ordinanza 1486/2025 rimette al centro il diritto del figlio di crescere con entrambi i genitori, sottolineando che:
- Il tempo di permanenza presso ciascun genitore deve essere equamente distribuito, ove possibile;
- I compiti di cura e assistenza non devono gravare su uno solo dei due;
- Il criterio guida resta l’interesse superiore del minore, non l’abitudine o lo stereotipo.
📚 Altri precedenti rilevanti
La nuova ordinanza si inserisce nel solco di altre decisioni significative:
- Cass. civ., sez. I, ord. n. 9764/2019: ha valorizzato la capacità genitoriale del padre, affermando che il solo “dato anagrafico” non è sufficiente a preferire la madre come collocataria;
- Cass. civ., sez. I, ord. n. 16125/2020: ha stabilito che il figlio non deve essere collocato presso il genitore “più disponibile”, ma presso quello “più idoneo” a favorire una crescita equilibrata;
- Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), caso Pisică c. Moldova (2022): ha condannato la pratica di affidamenti squilibrati a uno solo dei genitori senza motivazione specifica.
💬 Cosa cambia per chi affronta una separazione oggi
Per chi sta affrontando una separazione o un divorzio con figli, questa pronuncia rappresenta un precedente da far valere in giudizio. In particolare:
- I padri che desiderano partecipare pienamente alla vita quotidiana dei figli possono oggi richiedere un collocamento paritario fondato su criteri oggettivi;
- Le madri, allo stesso modo, dovranno dimostrare con dati concreti la maggiore idoneità educativa, se desiderano mantenere il collocamento prevalente;
- I legali dovranno curare l’istruttoria, documentando con precisione le capacità genitoriali, la disponibilità di tempo, l’organizzazione familiare e le relazioni affettive.
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