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Moglie non cerca lavoro: assolto il marito che non paga

Moglie non cerca lavoro

Nel processo di separazione, è riconosciuto in favore del coniuge economicamente più debole un assegno di mantenimento. Ma cosa accade se la moglie non cerca lavoro?

L’ assegno di mantenimento non è da intendersi come una rendita di posizione, soprattutto per il coniuge giovane e con capacità lavorative. Questo principio è stato affermato spesso dalla giurisprudenza, specialmente nelle pronunce più recenti. Tuttavia per ottenere la revoca, bisogna ricorrere al giudice per dimostrare che il beneficiario dell’assegno è uno “scansafatiche”.

La Cassazione con la sentenza n. 25562/2022 ha stabilito che non può essere condannato il marito per aver fatto mancare alla ex moglie i mezzi di sussistenza necessari alla sua sopravvivenza. In seguito al mancato pagamento dell’assegno da parte del marito, la coniuge lo aveva denunciato ai sensi dell’art 570 cp per il venir meno dei mezzi di sussistenza.

Il giudice assolve il marito, ritenendo che, accertata la sua capacità di lavorare, la donna non ha dimostrato di essersi attivata per procurarsi un lavoro.

Questa sentenza pone un limite alla pretesa incondizionata e sine die degli assegni di mantenimento in favore delle mogli, o in generale del coniuge più debole

All’esito di una separazione, è dunque opportuno e preferibile che il coniuge ricerchi un lavoro, soprattutto se è dotato di capacità lavorativa.

Gli orientamenti dei giudici sono sempre più restrittivi, soprattutto laddove la parte può anche formulare richieste di sussidi economici. Sono riconosciute talune ipotesi di mantenimento dell’assegno. Ad esempio l’ex moglie che non si è attivata per cercare un lavoro ha comunque diritto al mantenimento, dopo il divorzio, se durante il matrimonio si era occupata della famiglia e della crescita dei figli, così sacrificando le sue aspirazioni professionali

A ciò si aggiunge, che sotto il profilo civilistico, sono numerose le sentenze per le quali il coniuge che non cerca lavoro perde il diritto all’assegno divorzile.

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